Spam, ultima frontiera. La rete internet mondiale è sotto attacco di una serie di botnet che stanno mettendo a dura prova le capacità dei server che stanno combattendo un’impari lotta contro lo spam.
La rete globale è sotto attacco: lo spam sta dilagando
“Internet potrebbe crollare sotto il peso di questa cyberguerra” è l’allarme lanciato dal New York Times circa lo scontro tra titani che coinvolge un provider olandese ed un gruppo antispam. A farne le spese la rete internet globale che si sta velocemente intasando di spam. Com’è cominciata questa storia? Lo scontro è iniziato quando il gruppo che combatte lo spam, Spamhaus, ha inserito il provider olandese Cyberbunker alla propria lista nera.
Da quel momento, era il 19 marzo, gli attacchi sono andati sempre più intensificandosi fino a raggiungere un picco mai visto prima. Gli attori preposti a monitorare la rete non hanno dubbi, lo spam sta velocemente compromettendo molte infrastrutture internet ripercuotendosi velocemente su tutta la rete mondiale; già diversi utenti, infatti, hanno notato una lentezza di navigazione, con problemi ad accedere ai servizi streaming (ma non ancora in Italia) e, stando agli esperti, la situazione potrebbe anche peggiorare fino ad arrivare ad impedire all’utenza di accedere ai servizi internet basilari come email o e-banking.
L’attore che avrebbe scatenato la guerra a colpi di spam è, secondo Spamhaus, il provider olandese Cyberbunker che ha una webfarm in un bosco, inaccessibile e blindata. Questo provider è conosciuto come un buon fornitore di servizi per inviare spam a milioni di utenti ed essere stato inserito all’interno delle blacklist mondiali, certamente non ha giovato agli affari, scatenando un attacco su larga scala. Sono “Matti. Pensano di avere il diritto di spammare”, dice Patrick Gilmore di Akamai Networks.
L’attacco tutt’ora in corso sarebbe di tipo Ddos (Distributed Denial of Service) che punta all’esaurimento delle risorse dei server tramite continue e sovrapposte richieste, fino ad arrivare a bloccarli completamente, impossibilitati a rispondere a tutte le parti in causa. In questa maniera, attivando una rete di spam (botnet) che prenda di mira un gruppo di server, li si sovraccarica, rendendoli inutilizzabili e sembrerebbe trattarsi del peggior attacco di questo tipo, mai registrato prima. Stando agli addetti ai lavori, l’attacco contro Spamhaus è stimato in 300 miliardi di bit al secondo, molto più di quanto un’intera nazione riuscirebbe a generare. Questo tipo di attacchi viene generato grazie a computer infettati con un software malevolo che, una volta ricevuto l’ordine, cominciano a generare flussi di traffico imponenti, rendendo, di fatto, la cyberguerra globale.
I primi ad essersi resi conto di quanto stava accadendo, sono stati quelli di Cloudflare, un’azienda della Silicon Valley che, segnalato il problema, è stata a sua volta oggetto di un attacco spam molto violento: “Sono bombe atomiche digitali”, dice Matthew Prince di Cloudflare: “Possono causare facilmente danni incredibili” come ad esempio un crollo globale della rete, uno scenario che sembra uscito direttamente da un romanzo post-apocalittico che, invece, sembra si stia materializzando davanti ai monitor di gran parte degli utenti internet.
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