Sondaggio IPSOS per Ballarò
Nuove elezioni possibili e dunque nuovamente sondaggi al centro dell’attenzione. Certo, dopo la corale brutta figura dei sondaggisti che hanno decisamente sbagliato nelle previsioni relative alle ultime elezioni i dati dei “nuovi” sondaggi vanno presi con le dovute cautele.
A poco più di un mese dal voto delle Elezioni Politiche 2013 (sempre con la possibilità che possano essercene altre in questo stesso anno) la situazione delle coalizioni sarebbe sostanzialmente confermata, con leggere variazioni.
Dai dati del sondaggio IPSOS realizzato per la trasmissione Ballarò, si assiste ad una leggera polarizzazione del voto, con PD e PDL in leggera crescita. Nessun crollo invece, contrariamente a quanto ipotizzato da Repubblica ed altri organi di informazione vicini al PD, per il MoVimento 5 Stelle, che perderebbe rispetto a un mese fa solo mezzo punto percentuale.
Cade invece di oltre due punti finendo all 8,1% la coalizione di Mario Monti. Con un risultato del genere i centristi del premier tuttora in carica, sebbene solo per l’ordinaria amministrazione, avrebbero corso il serio rischio di non entrare nemmeno al Senato.
Solo le briciole per gli altri con la Lega Nord al 4%, SEL al 2,7% e Fratelli d’Italia all’1,8%. Implosa Rivoluzione Civile che continua a scendere fino a un modestissimo 1,4%.
Le incognite di un nuovo voto sono sicuramente rilevanti, a partire dal probabile avvicendamento alla guida del PD con il sindaco di Firenze Matteo Renzi che scalpita per sopravanzare il segretario Pierluigi Bersani attaccando, non a caso, il M5s ed aprendo ad un possibile accordo con Berlusconi.
Una candidatura a premier per Matteo Renzi sposterebbe infatti sul PD probabilmente una parte dei voti ottenuti un mese fa dal PDL e anche dal M5S. Possibile tuttavia che con la candidatura di Renzi il Partito Democratico possa perdere qualche pezzo a sinistra, dove – a meno di una improbabile resurrezione della sinistra comunista – i 5 stelle potrebbero recuperare i voti che Renzi sottrarrebbe nell’elettorato di tendenza moderata.
Dall’eventuale discesa in campo di Matteo Renzi dunque potrebbe perderci soprattutto il centrodestra, anche se ciò avverrebbe in virtù proprio di uno spostamento del PD su posizioni ormai lontanissime dalla sinistra tradizionale.
Forse troppo lontane, tanto che già qualcuno ipotizza una clamorosa uscita dal PD dello stesso Matteo Renzi per costituire un suo polo, raccogliendo attorno alla sua candidatura una vasta platea che vada dai moderati di sinistra a quelli di destra e mandando definitivamente in soffitta sia PDL che PD.
Probabilmente siamo ancora alla fantapolitica, ma di questi tempi nella politica italiana spesso proprio ciò che sembra più improbabile alla fine, solitamente, accade.
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