Missoni, con un annuncio shock, il Venezuela chiude le indagini sull’aereo scomparso e dichiara: Nessun mistero, è precipitato.
Missoni, pare davvero che il governo del Venezuela abbia deciso di smetter le sue investigazioni sull’aereo misteriosamente scomparso con a bordo, oltre che a Vittorio Missoni, anche altri 3 italiani, Maurizia Castiglioni, Elda Scalvenzi, Guido Foresti e due venezuelani, pilota e copilota del piccolo velivolo.
Pare ormai, per il governo venezuelano, che solo la famiglia Missoni non si dia pace e speri ancora nell’ipotesi di un sequestro. Il governo del Venezuela, con un annuncio shock ha dichiarato:
“Il velivolo è precipitato, il caso è chiuso”.
“La testimonianza di un pescatore che ha detto di aver visto l’apparecchio cadere in mare è risultata attendibile”.
L’ambasciatore italiano in Venezuela è concorde con il disastro , anche per lui l’aereo con a bordo Vittorio Missoni, è sprofondato negli abissi e l’ipotesi del sequestro, anche per lui, è inesistente.
La notizia è stata resa nota da un quotidiano, “Il Giorno” che ha così rivelato la fine delle indagini da parte del governo venezuelano.
La Famiglia Missoni rimangono attoniti alle parole del presidente dell’Inac (paragonabile all’Enac italiano), Francisco Paz Fleitas, non lasciano molte speranze:
“L’ultima lettura del radar di Maiquetià, indicherebbero che l’aeronave con matricola YV2615 ha perso quota all’improvviso precipitando nel mare”.
Ma non doveva arrivare una nave provvista di sonar per segnalare il relitto in fondo all’Oceano a 2.000 metri? Oppure il governo venezuelano non intende spendere più soldi per la ricerca? Lo so, è brutto a dirsi, spero di non sbagliarmi, ma mi pare solo questa la spiegazione. A questo punto credo che la famiglia Missoni proseguirà da sola le indagini, anche quelle dello scandaglio del fondo del mare visto che la zona, giorni addietro era stata individuata.
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Pare proprio quindi che la testimonianza di un pescatore che dice di aver visto il piccolo velivolo perdere quota e precipitare a picco verso l’oceano, sia realmente fondata.
Paolo Serpi, che sin dall’inizio della vicenda ha seguito le indagini, ha dichiarato:
“L’aereo – ha riferito il Fleitas alle televisioni e alla stampa venezuelana – era a 5500 piedi d’altezza, però per quanto si può osservare dal radar, si deduce che ha perso più di 1000 piedi di quota in un minuto. Ha anche perso velocità passando dai 120 nodi a 20 nodi. A 20 nodi, che è l’ultima lettura di cui si dispone quell’aereo non può sostenersi”.
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