Durante una conferenza stampa, il braccio destro del Carroccio spiega il suo accordo con il Pdl: il fine ultimo è una macro regione del Nord. Intanto però bisogna conquistare la Lombardia e c’è già polemica sul nome del candidato premier.
Sì: l’accordo PDL-Lega c’è. Manca ancora il nome del candidato premier. Questa mattina, durante un’intervista a RTL 102.5, Silvio Berlusconi aveva annunciato un ritrovato accordo con il Carroccio, ma una differenza nella presentazione della sua lista: non più lui come candidato premier, bensì Angelino Alfano. Maroni però, durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede storica della Lega, in via Bellerio a Milano, frena su questa proposta berlusconiana: “Silvio Berlusconi ha suggerito come possibile candidato premier Angelino Alfano, persona che stimo e con cui ho lavorato, non mi dispiace. Io mi permetto di indicare un’altra candidatura che è quella del ministro Giulio Tremonti“. La risposta di Berlusconi non tarda. A Telelombardia, Berlusconi descrive una Tremonti come una persona intelligente ma difficile, senza il “talento di tenere unito il gruppo. Dopo poco che ci parli, capisci che Tremonti pensa: ‘lui è un cretino e io sono intelligente’, questo non fa fare squadra”. Dunque, tra Tremonti ed Alfano “meglio Alfano”. Per poi aggiungere che l’unica persona migliore in campo economico rispetto a Tremonti in Italia è solo lui stesso.
Le prime avvisaglie di tempesta a neanche ventiquattro ore dalla firma dell’accordo si sono fatte sentire. Roberto Maroni ha delle idee piuttosto chiare sulle condizione da dettare a Silvio Berlusconi per la coalizione: innanzitutto sembrerebbe essere fuori discussione la presentazione dello stesso Cavaliere alla reggenza di Palazzo Chigi. In secondo luogo vi è la necessità di riconquistare la Lombardia: le elezioni regionali sembrano essere il vero obiettivo di Maroni, che si dichiara più che sicuro di vincere grazie a tre liste a sostenerlo Pdl, Lega e una lista civica “Maroni Presidente”.
Maroni ha proposto come futuro premier Giulio Tremonti.Sullo scandalo che ha ricoperto la Lega, il leader cerca di minimizzare: una bufala con la sola segreteria amministrativa indagata. Eppure lo scontento degli elettori è stato manifesto in questi mesi e la Lega sa bene di aver perso la presa di autenticità nel suo elettorato padano. Uno scontento causato anche da questo nuovo accordo con Berlusconi, dopo che i leader leghisti si erano fregiati di non voler più alleanze con l’ex premier italiano. A chi critica le azioni del Partito, Maroni risponde con comprensione, ricordando che la maggior parte dei comuni leghisti è tenuta grazie all’alleanza con il PDL: come a dire, non ci possiamo tirare indietro, altrimenti si perde tutto. La lega cerca ancora di realizzare il suo sogno di sempre: una macro regione del Nord con solo Piemonte, Lombardia, Veneto. Ancora una volta il partito color verde sembra non aver compreso che concorre al governo di un’Italia Unita.