Luka Rocco Magnotta un alienato in cerca di notorietà?
Il presunto assassino di Montreal, Luka Rocco Magnotta, arrestato lunedì a Berlino, non si opporrà alla estradizione in Canada, il suo paese di origine, dove sarà ricondotto, una volta svolte le formalità necessarie.
Stamani si aggiungono informazioni sul suo soggiorno a Parigi.
Arrivato nella capitale dal Canada, dopo il suo crimine, Luka Rocco Magnotta è rimasto indisturbato nella città per almeno quattro giorni prima che il mandato internazionale gli mettesse alle calcagna la polizia francese.
Ha soggiornato per tutto il tempo nell’hotel di Bagnolet, dove non sempre ha dormito, trascorrendo il tempo con persone incontrate su internet, o conoscenze del suo precedente soggiorno parigino e facendo il turista.
Girando più o meno “tranquillamente”per la capitale parigina.
Luka Rocco Magnotta, il macellaio di Montreal, Le dépeceur de Montreal, El descuartizador de Canada, Canadian Psyco, Body-part killer…e cosí via, nomi e soprannomi in tutte le lingue che hanno invaso l’etere, diffuso l’odore dolciastro e nauseabondo del sangue, del crimine, e della sua propagazione: dal video on line anche questo con un titolo intrigante “1 Lunatic, 1 Ice Pick”, alle notizie del ricercato che hanno varcato confini reali e immaginari,
La stampa e la rete informatica si sono impossessati di quello che poteva essere un crimine, non dico comune, un fatto comunque di cronaca nera, molto nera e con una venatura di rosso e in una specie di tam tam lo hanno ripercosso e fatto rimbalzare come una palla da tennis contro la rete e oltre la rete, in una gigantesca ragnatela nelle cui maglie sono rimasti lembi di orrore.
Internet uno dei fili conduttori di tutta la storia, storia dei nostri tempi, di un giovane, Luka Rocco Magnotta, che viveva nella realtà e irrealtà del web!
Desiderio di protagonismo, voglia di essere ammirato, considerato, riconosciuto… di diventare famoso.
Celebrità ricercata in programmi di tele-reality in cui non aveva sfondato e dove Luka Rocco Magnotta era riuscito appena ad entrare, ma solo per passaggi fugaci.
Una notorietà ricercata sul web già nel passato, postando dei video in cui dava prova di sadismo, di crudeltà verso gli animali, o postando immagini di chiaro stampo esibizionistico.
Fino al giorno in cui, Luka Rocco Magnotta ha sorpassato le colonne d’Ercole e ha iniziato un viaggio in acque agitate, perdendo del tutto la rotta e perdendosi nelle sue aberrazioni e fino a compiere un delitto, un delitto atroce, reso ancora più raccapricciante dal video e tutto il resto.
Un crimine di cui mi sono bastati l’evocazione dell’orrore e il solo accennarne, un crimine di fronte al quale ho chiuso la porta della mia immaginazione, sbattendola forte e erigendo un muro.
Vietato indulgere sul macabro, il morboso, che appestano l’aria, inquinano lo spirito, non aggiungono nulla, possono solo aggiungere male al male, orrore all’orrore.
Ho solo preso atto di un gesto compiuto, gesto di cui non ho voluto approfondire, oltre il decente, i dettagli.
Già fin troppo orrore! mi era bastato sapere che l’omicida aveva impacchettato dei pezzi del corpo della sua vittima e li aveva inviati per posta a parlamentari canadesi, dopo averlp fatto a pezzi con il punteruolo rompighiaccio.
Sarà perché a Ottawa vi ho abitato, ma ancora una volta la mia mente ha tagliato corto con le immagini e ha dirottato lo sguardo su altre visioni.
Il minimo appiglio mi è stato sufficiente per evadere dal morboso e passare a forme, figure più rassicuranti del quotidiano, della città.
E dell’ice pick, rompighiaccio ho trattenuto solo l’immagine di ghiaccio, pensando alle statue di ghiaccioli del festival invernale a Ottawa, al pattinaggio sul Rideau Canal e i parlamentari sono diventati dei pezzi di puzzle del Parlamento, davanti cui passeggiavo nella bella stagione.
Memoria e immagini selettive, per andare avanti.
Mi sono focalizzata così sul presente seguendo la caccia all’uomo, la caccia a Luka Rocco Magnotta.
Polizia sguinzagliata, pochi dettagli che trapelavano, ma man mano che il cerchio si stringeva nuove informazioni permettevano di seguire e ricostruire la ricerca e l’inseguimento.
France-info fedele compagna mi ha costantemente aggiornata, raccontando il necessario, non indulgendo sul macabro.
XVII° arrondissement : Batignolles e i primi avvistamenti, o in ogni caso i primi trapelati attraverso le informazioni, poi l’hotel di Bagnolet con tracce e oggetti dell’omicida. Pochi dettagli ma che parevano andare nella giusta direzione.
La stazione internazionale degli autobus poi e la paura di aver perso le tracce in uno dei tantissimi sentieri, itinerari europei.
Una specie di caccia tra il gatto e il topo dal Canada a Parigi a …chissà dove?
La paura che le tracce lasciate fossero indizi per confondere, indurre in errore, attirare in una trappola, dare gli ultimi segnali prima di sparire definitivamente come e secondo quanto, tempo prima, Luka Rocco Magnotta, il ventinovenne canadese aveva spiegato con precisione e dettagliatamente sul suo blog.
E invece no, erano indizi belli e buoni alla Pollicino, non tanto per ritrovare la strada di casa, ma… per farsi ritrovare.
Quando il fuggiasco è stato arrestato era beatamente seduto davanti a un computer a curiosare quanto si scriveva di lui sulla stampa, quanto si poteva leggere di lui su internet.
Forse gli sarebbe piaciuto che la caccia durasse di più, per poter godere più a lungo della “prima pagina”…infine la notorietà!!
Ai poliziotti, chiamati da uno degli impiegati del cyber-caffè, che lo aveva riconosciuto dietro gli occhiali scuri, Luka Rocco Magnotta ha cercato, in un primo tempo di declinare false generalità.
Poi si è lasciato arrestare senza opporre resistenza.
“You got me” … “Vous m’avez eu”… “Mi avete preso”…sembra che abbia affermato il giovane mentre gli passavano le manette ai polsi.
Sollievo anche il suo? Certezza della prima pagina di nuovo, prima di sprofondare nell’isolamento di una cella, una prigione reale dopo l’isolamento e l’alienazione di un mondo irreale?
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