La sua autobiografia, che era stata lanciata attraverso le pagine di Facebook, è un racconto del “Vasco pensiero” a tratti molto prersonale.
Spiccano vari fasi del racconto di una vita vissuta come le sue canzoni.
Ma soprattutto a colpire è il riferimento alla sua adolescenza, al rapporto col padre camionista alle prese con un figlio così diverso da lui. Un figlio sognatore ed irruento, pronto a provare sulle sue spalle le “esagerazioni” di una vita spericolata, raccontate molto sinceramente.
Interessante anche l’aspetto di Vasco padre e come si racconta nell’esperienza con i suoi figli così diversi tra loro. Quindi un duplice aspetto: quello del figlio che era stato e quello del padre che è ora immerso nel tentativo di capire i propri figli così diversi tra loro.
Toccante quando racconta nei dettagli le origini della sua depressione, del suo malessere esistenziale, esploso dopo la morte di Massimo Riva e Maro Giusti, entrambi amici di infanzia e stroncati dalla droga. Non manca però anche una “super dose” di egocentrismo nel finale del libro, quando Vasco torna a definirsi la sola, vera rockstar, italiana, “il resto è bagarre, o no?”.
Comunque un libro interessante per la sua sincerità e lealtà nel raccontarsi con tutti i difetti e pregi che un essere umano possa avere.
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