La Cina invia tre motovedette alle Senkaku e scoppia nuovamente la polemica tra il Giappone, legalmente proprietario delle isole e la Cina che le rivendica come proprie.
Alle ore 9 locali, l’1 di mattina in Italia, tre motovedette cinesi sono entrate nelle acque territoriali delle isole giapponesi, invadendone, di fatto, il territorio. Secondo la guardia costiera nipponica, si è trattato di un’incursione perpetrata da tre motovedette del servizio cinese di sorveglianza marittima. In una nota rilasciata dal capo di gabinetto del governo giapopnese Yoshihide Suga, ripresa poi dall’agenzia Kyodo, il governo giapponese ha “presentato una forte protesta per via diplomatica e chiesto che le motovedette lascino immediatamente le nostre acque territoriali”.
La disputa sull’arcipelago è molto aspra e contrappone il Giappone, che le chiama Senkaku e la Cina, dove vengono chiamate Diaoyu. L’arcipelago è disabitato ma la contesa è molto forte tanto che il paese nipponico le ha nazionalizzate lo scorso settembre, acquistandone da un privato, le tre i sole maggiori.
La Cina, dal canto suo, rivendica la propria sovranità sulle isole in base a cenni storici e caratteristiche geografiche secondo cui, le Senkaku non fanno parte del Giappone a causa del profondo canale di Okinawa che le separa dall’arcipelago nipponico.
Dal punto di vista economico le isole sono molto ambite per via dei giacimenti ricadenti nella loro giurisdizione; secondo delle recenti stime, l’area contesa equivale a quella occupata dal Regno Unito ed ha ricchi giacimenti di Gas (circa 17 miliardi di metri cubi) e petrolio (circa 20 milioni di barili) ma anche per via della loro solitudine. Essendo l’arcipelago disabitato, la zona è ricca di pesce, alimento alla base di entrambe le culture che le contendono.
La questione è ben lontana dall’essere risolta e, con l’incursione di oggi, questa è la ventisettesima violazione delle acque giapponesi da parte della Cina. I due paesi hanno già avuto modo di confrontarsi in campo diplomatico ma, spesso, la mediazione si è conclusa con un niente di fatto ed il gigante cinese è tornato a provocare il vicino del sol levante con continue incursioni, anche da parte di semplici pescherecci che hanno gettato le reti e pescato dove non gli sarebbe consentito.
Una conseguenza delle azioni cinesi potrebbe essere anche parte del riarmo giapponese che sta progressivamente abbandonando la propria politica pacifista post seconda guerra mondiale, a favore di un difesa più attiva dei propri diritti e del territorio, con un aumento delle spese militari ed una maggiore aggressività, rispetto agli anni passati, in ambito diplomatico. La forte instabilità politica (6 primi ministri in 6 anni) nel paese nipponico ha, inoltre, strumentalizzato le isole Senkaku nella recente campagna elettorale conclusasi con il ritorno al governo del partito nazionalista di Shinzo Abe, dopo soli tre anni di opposizione.
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