Italia: un Paese a due velocità. Che viaggiano l’una sul tracciato del passato, l’altra guardando al futuro. Le due convivono in un Paese in crisi. Che potrebbe iniziare ad affrontare lo stato dell’oggi, ovvero il cambiamento, con un nuovo Governo. Semplificare la complessità.
La sfida del nuovo Governo è di mettere in campo competenze contemporanee. E persone lungimiranti in grado di porsi la giusta domanda. Le urgenze sono evidenti. Ma due forze uguali e contrarie mettono il Paese in stallo. La scelta è a chi consegnare la gestione Italia. Se continuare con il management dei padri che ha portato alla crisi oppure aprire al risultato della crisi, al ‘figlio del management’.
Ci è chiesto di fare i conti con i figli del nuovo millennio. Generazione nata per attuare la transizione tra il vecchio e il nuovo. Secoli e millenni passano segnando i tempi. Il secolo scorso ci ha portati nell’ era moderna con la rivoluzione industriale. Ora è tempo di rispondere alla domanda ‘Quale Italia è possibile?’. E di affrontare una rivoluzione culturale senza precedenti, trasversale, civile. Un avvicendamento naturale. Se non fosse per la resistenza a lasciare il posto direzionale del vecchio management. Siamo in un nuovo millennio, all’ alba di nuovi valori e con la necessità impellente di Re-connection con il pianeta. Il nuovo Governo, come gli altri Paesi del pianeta terra, potrebbe nascere dalle idee dei giovani. Loro hanno, nel corredo biologico del DNA, la sopravvivenza nel terzo millennio. Le nuove soluzioni sono nelle nuove genti. E si intende non un limite d’età ma la capacità di vivere, delle persone, in modo nuovo.
L’attaccamento è un problema da superare per la stessa sopravvivenza dell’uomo. In Italia come altrove. Imparare a fare staffetta. Imparare a Fare rete. Imparare a pensare in Open Source. AE a gestire i propri pensieri e il Paese in modalità Creative Commons.
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