Nuovo capitolo nell’ormai annosa polemica sull’esenzione fiscale IMU per la Chiesa. La legislazione vigente garantisce infatti agli ordini religiosi (ma anche a partiti, sindacati e altre istituzioni) l’esenzione dal pagamento dell’imposta sugli immobili relativamente ai fabbricati non utilizzati a fini commerciali. Il problema è tuttavia stabilire quali siano i limiti dell’uso commerciale. Possono essere considerate attività commerciali oppure no, ad esempio, le mense della Caritas o le scuole cattoliche?
In base al nuovo regolamento del Governo pubblicato in Gazzetta Ufficiale sulla scorta delle indicazioni fornite dal Consiglio di Stato, saranno i Comuni a stabilire quali attività e quali edifici dovranno essere ritenuti non-commerciale e potranno dunque essere riconducibili alle esenzioni previste.
Le scuole cattoliche sono già sul piede di guerra e affermano duramente in una nota di padre Francesco Ciccimarra, presidente dell’Agidae (associazione che raggruppa le scuole cattoliche) che “Nessuna scuola è gratuita, i docenti chi li paga? Con quali soldi? Tutte le scuole sono in fallimento, le chiuderemo in un anno, licenzieremo 200 mila persone, così tutti quanti saranno contenti”.
Resta dunque un forte problema legato all’interpretazione della legge. Il Regolamento definisce commerciali quegli immobili e quelle attività che permettono la distribuzione di utili economici. Continueranno a beneficiare dell’esenzione invece le attività che reinvestiranno gli utili in opere di solidarietà e le attività in campo sanitario che offriranno gratuitamente le proprie prestazioni in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
Per le attività sanitarie non convenzionate varrà invece come limite massimo la metà del prezzo di mercato delle prestazioni e un principio analogo verrà applicato anche per le attività ricettive (alberghi), culturali e sportive.
Il problema maggiore per la quantificazione dell’importo da pagare riguarderà gli immobili misti. Ad esempio, per fare un esempio molto ricorrente nelle città italiane, come quantificare l’importo da pagare per una scuola privata cattolica situata all’interno di un complesso religioso?
La materia dunque, pur dopo numerose modifiche legislative e dopo varie richieste di chiarimento da parte dell’Unione Europea continua a presentare aspetti di assoluta problematicità e la soluzione della questione appare ancora molto lontana.
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