Hackerato Twitter di Burger King: ci hanno venduto a McDonald’s! campeggiava lunedì mattina nel profilo, sul celebre social network dell’uccellino.
Gli 80 mila followers della nota catena di fast food devono aver strabuzzato gli occhi nel leggere: “siamo stati appena venduti a McDonald’s! Cercatene uno nel ghetto vicino a voi”. Dopo aver immediatamente pensato ad un eccesso di grassi da parte del Team che si occupa di Social Media Marketing dell’azienda, la soluzione più ovvia è stata un’azione di hacking ai danni del profilo Twitter dell’azienda.
I simpatici “burloni” che hanno reso un normalissimo lunedì, il lunedì nero che entrerà nella storia dell’azienda come “quel giorno dell’Epic Fail” non si sono limitati a comunicare la nuova proprietà del fast food, bensì hanno anche cambiato l’immagine di sfondo dell’account sulla quale campeggiata il logo di McDonald’s con i suoi prodotti messi bene in vista.
Assieme a tweet di dubbio gusto, gli hacker hanno anche inviato richieste per essere seguiti da parte di diversi account legati alla galassia di Anonymous che però, ha respinto al mittente le accuse (e anche le rischieste di follow).
Dall’account @YourAnonNews, dedicato ad informare i suoi 900 mila followers di ciò che accade nella galassia hacker più famosa del pianeta, sono partiti tweet in cui si disconosceva la paternità di tale gesto, inaugurando un nuovo hashtag #BlameAnonymous cioè “Dai la colpa ad Anonymous”. Un modo sarcastico per informare il popolo della rete che il gruppo hacker non può essere accusato di ogni nefandezza che accade sul web e che i media, spesso davanti ad un episodio di hacking, volgono lo sguardo immediatamente al collettivo, organizzato in “cellule” e senza capi.
Probabilmente l’operazione ai danni di Burger King denominata, alla maniera di anonymous OpMadCow (Operazione Mucca Pazza) è stato un tentativo per farsi accettare all’interno dell’organizzazione non organizzata, una maniera per entrare nelle grazie del gruppo hacker più famoso, così si spiegherebbero le rischieste di essere seguiti, inviate al collettivo.
Non sono mancati i tweet divertiti da parte del popolo della rete ed anche McDonald’s si è unito con un cinguettio dal vago sapore di sfottò: “solidarietà ai nostri colleghi di Burger King. Vogliamo rassicurarvi, non c’entriamo niente con l’hacking”. Dal profilo di Anonymous è comparso, ad un certo punto della giornata, un tweet piuttosto esplicativo di ciò che si immaginava stesse accadendo all’interno del reparto marketing di Burger King: “Immaginiamo che il social media team di Burger King stia avendo una brutta giornata”.
Il disagio è durato molte ore e solo nel pomeriggio di martedì l’account è stato prima sospeso e, poco dopo, è ricomparso ripulito da tutti i tweet pirata. Con grande nonchalance il team che si occupa del Social Media Marketing di Burger King ha esordito con: “giornata interessante qui a Burger King, ma siamo tornati” e, cosa ancora più sorprendente “benvenuti anche ai nostri nuovi followers”. Esattamente. L’azione di hacking ha agito come un magnete sul popolo di Twitter facendo guadagnare al Profilo del fast food oltre 30 mila nuovi followers. Come si dice, non tutti i mali vengon per nuocere ed auguriamo buon riposo (dopo oltre 24 ore) al Social Media Manager dell’azienda.
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