I Rotoli del Mar Morto sono degli importantissimi testi manoscritti rinvenuti in alcune grotte nei pressi di Qumran (Cisgiordania) tra il 1947 e il 1965. A Qumran viveva una comunità essena, gruppo ebraico di età ellenistico-romana.
Si tratta di testi precristiani e gnostici, testi della Tanakh (la Bibbia ebraica), testi apocrifi in ebraico, aramaico e greco. I testi più antichi risalgono al II secolo a.C., ma ci sono anche testi apocrifi del I secolo d.C.. Gli originali sono attualmente conservati nel Museo Israel di Gerusalemme.
Google, in collaborazione con l’Autorità israeliana per l’archeologia, ha deciso di digitalizzare i manoscritti per renderli finalmente di pubblico dominio nel modo più efficace ed immediato possibile. I 900 testi, originariamente scritti su pergamena e papiro, sono stati riprodotti e caricati su un sito appositamente dedicato in 5mila immagini di altissima qualità
Rotoli del Mar Morto digitali su www.deadseascrolls.org.il
I rotoli vennero scoperti in maniera del tutto causale. Un pastore stava cercando una capra smarrita e si imbatté, causalmente, in alcune anfore contenenti rotoli di papiro e pergamena. Alcuni rotoli purtroppo fecero una brutta fine, diventando combustibile per il fuoco, ma fortunatamente la gran parte dei testi vennero “salvati”. Nel 1951 iniziò una intensa e proficua attività di scavo che riportò alla luce altre dieci grotte piene di rotoli.
Sui Rotoli del Mar Morto nel corso dei decenni si sono sviluppate molteplici teorie, particolarmente legate all’interpretazione di alcuni testi apocrifi. Dan Brown, nel suo “Codice Da Vinci” non si è certo lasciato scappare un riferimento ai rotoli di Qumran, facendo dire a Sir Leagh Teabing, personaggio centrale del romanzo: “fortunatamente per gli storici, alcuni dei Vangeli che la Chiesa cercò di cancellare riuscirono a sopravvivere come i rotoli del Mar Morto che furono trovati in una caverna nei pressi di Qumran”.
Tra i testi anche alcuni brani di tipo apocalittico, ma tranquilli, almeno stavolta i Maya non c’entrano! 😉
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