Mancano ormai due settimane alle Elezioni 2013 o, come sempre in più iniziano a sospettare, alle prime elezioni politiche del 2013…visto che l’ipotesi di un “bis” fra qualche mese sta diventando sempre più realistica.
L’attuale legge elettorale, il famigerato “Porcellum”, assegna infatti i seggi parlamentari con criteri diversi tra Camera e Senato. In Italia però esiste il cosiddetto “bicameralismo perfetto”, che al di là del nome, qualche imperfezione ce l’ha eccome… in Italia abbiamo due camere, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, che fanno le stesse identiche cose. Un legge per essere approvata deve passare all’esame ed essere votata da entrambe le camere. E’ dunque fondamentale per poter governare che le due camere abbiano la stessa maggioranza.
Ecco il punto: avremo la stessa maggioranza in entrambe le camere? Stando ai sondaggi più recenti l’ipotesi di una facile governabilità per il nostro paese dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 sarebbe assolutamente da escludere.
Alla Camera dei Deputati la lista o la coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti a livello nazionale ottiene infatti il 55% dei seggi. Se dunque una lista o una coalizione di liste raggiungesse anche solo il 30%, ma fosse la più votata, otterrebbe comunque la maggioranza dei seggi.
Il problema maggiore sorge al Senato. Il Senato infatti assegna i seggi in base a premi di maggioranza su base regionale e non nazionale. Se, per ipotesi, alla Camera vincesse una lista o una coalizione di liste, ma queste stesse liste ottenessero il “grosso” dei loro voti solo in alcune regioni, molto probabilmente non avrebbero la maggioranza anche al Senato.
In quel caso cosa si dovrebbe fare? Il Presidente della Repubblica dovrebbe dare comunque l’incarico a un possibile Presidente del Consiglio, affidandogli il compito di “cercare una maggioranza”. Esattamente quello che è accaduto, nel caso più recente, con la formazione del Governo Monti. Nelle condizioni attuali dovrebbe essere, molto probabilmente, un governo di “larghe intese”, ovvero dovrebbe mettere insieme parlamentari eletti in coalizioni e liste attualmente contrapposte.
Quanto potrebbe mai durare un governo del genere? L’ipotesi di un repentino ritorno alle urne non sarebbe dunque da escludere.
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