Costa Concordia, sulla tragedia il Comandante asserisce che la roccia non era segnalata. Le vittime purtroppo salgono a 6 con 16 dispersi
Costa Concordia, forse un prassi,” l’inchino”, più in uso nei periodi estivi, più frequentati dai turisti, è forse, anzi quasi sicuramente, la causa di questa grande tragedia. Un’usanza molto diffusa quella del “saluto”: la nave, pare anche quelle da crociera lo facciano, si avvicina alla costa e “ fa l’inchino” così si dice. L’inchino sarebbe 3 suoni di sirena con la nave che passa ben in vista di fronte alla costa. Il Commodoro Mario Terenzio Palombo è un’icona dei marinai di mezz’Italia, una sorte di “punto di riferimento” della costa, un faro per quanti solcano i mari con navi da crociera, eppure …non dichiara molto.
Purtroppo però il gesto, forse un atto di “spavalderia” del comandante del Concordia Francesco Schettino, ha causato una vera tragedia il cui bilancio, purtroppo non ancora concluso, ha causato fino ad ora 6 vittime e 16 dispersi.
Per altri ragguagli vedere, aggiornato al 16 Gennaio, l’articolo:
https://www.mondoinformazione.com/concordia-una-grande-tragedia-per-%E2%80%9Cl%E2%80%99inchino%E2%80%9D-il-saluto-al-commodoro-al-giglio-video-intervista/
Trovato un altro cadavere, sei i morti accertati. Si cercano ancora 16 dispersi. I vigili del fuoco, che hanno lavorato tutta la notte alla ricerca dei dispersi della Concordia, hanno ritrovato, a bordo della nave, il cadavere di un uomo. Si tratta della sesta vittima accertata del naufragio. Il corpo era nel secondo ponte, in una parte non invasa dall’acqua. Aveva il giubbotto salvagente ed era un passeggero.
E riemerge anche la scatola nera, da cui stanno arrivando le prime conferme a quello che tutti, al Giglio, hanno visto: la Concordia era a soli 150 metri dalla costa, un punto dove non avrebbe mai dovuto essere; l’allarme è stato dato un’ora dopo l’impatto con lo scoglio. Perche’?
Resta il fatto, visibile dalle molteplici foto e riprese anche aeree, che la Costa Concordia è passata vicinissima alla costa rocciosa, cosa molto strana ed anomala per una nave di quella stazza.
Attualmente è in stato di fermo il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Lo conferma il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio che lo sta interrogando da alcune ore.
I reati contestati a Schettino, e al primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio, sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave mentre c’erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo.
dell’inviato Matteo Guidelli
ISOLA DEL GIGLIO – ”Quella roccia non era segnalata sulla carta, non c’era, non doveva esserci”. Il comandante Francesco Schettino ripete il ritornello come un bambino che ha imparato la poesia a memoria: ai soccorritori che l’hanno salvato su una roccia dell’isola del Giglio a due passi dal porto, agli investigatori che da questa mattina stanno cercando di capire come e perché la ‘Concordia’, gioiello della Costa Crociere, sia finita contro uno scoglio a meno di duecento metri dalla riva.
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In un punto dove non avrebbe dovuto essere. Schettino – che, secondo la compagnia, era sul ponte di comando al momento dell’incidente – sa bene che la sua versione fa fatica a tenere. E non e’ un caso che sull’isola più di un abitante va incontro ai cronisti per dire che no, non e’ proprio vero, che ‘Le scolè – così si chiamano il gruppo di scogli dove e’ finita la corsa della Concordia – non ci sono sulle carte. ”Le isolette attorno al Giglio, come Le scole, sono tutte ben segnalate sulle mappe – afferma sicura Stefania Pini, titolare di un bar al porto – chi va per mare questo lo sa e lo sappiamo bene noi dell’isola”. Ma Schettino va dritto per la sua strada: ”e’ successo che mentre camminavamo con la normale navigazione turistica ci siamo scontrati con uno spunzone di roccia che non era segnalato. Eravamo a 300 metri dagli scogli e quello sperone non doveva esserci. Io e l’equipaggio siamo stati gli ultimi ad abbandonare la nave”. Fa muro anche la compagnia, anche se non puo’ non ammettere che quella navigazione cosi’ vicino alla costa e’ quantomeno anomala. E va spiegata al più presto. ”Sara’ l’inchiesta della magistratura a chiarire se si sia trattato di un guasto tecnico o di altro.
Da parte nostra ci sarà una collaborazione franca, completa e trasparente con l’autorità giudiziaria” dice Gianni Onorato, il direttore generale della Costa Crociere spedito al Giglio per assistere gli oltre 3mila passeggeri nel miglior modo possibile e cercare di spiegare una tragedia che ha ancora diversi punti oscuri. Parole che, di fatto, non escludono l’errore umano. Quello che più o meno tutti, sull’isola, danno per certo. Costa Crociere, invece, esclude in maniera assoluta qualsiasi errore nelle procedure di evacuazione della nave. Nonostante diversi passeggeri abbiano raccontato che dal momento dell’impatto con lo scoglio, all’ordine di abbandonare la Concordia, sia passata oltre un’ora. ”Le procedure di sicurezza ed evacuazione previste in questi casi sono state eseguite nei tempi corretti, le norme sono state rispettate dal comandante – spiega Onorato – e corretta e’ stata anche la decisione del comandante di evacuare la nave Concordia quando ha ritenuto che ci fossero le condizioni di sicurezza” Le cose si sono però complicate in seguito ad una ”repentina inclinazione” del gigante lungo 290 metri, che ha reso difficile e in alcuni casi impossibile calare le scialuppe e le zattere così come previsto dalle procedure. Certo e’ che in quei momenti, dice Onorato, ”l’unico che può prendere decisioni sui tempi e’ il comandante. E noi dobbiamo rispettarle”. Così come e’ certo che ”in 64 anni di storia questo e’ il momento piu’ tragico per Costa Crociere” ammette a mezza bocca Onorato. Sapendo che si tratta di un duro colpo per la compagnia. ”Ma il nostro pensiero in questo momento va alle vittime, alle loro famiglie, ai nostri ospiti e anche all’equipaggio, che ha operato in condizioni difficilissime. Quando saremo certi che tutti gli ospiti e l’equipaggio saranno tornati a casa – conclude il direttore generale – allora capiremo i motivi dell’incidente. E soprattutto avvieremo un’indagine per far sì che non avvenga mai più”.
E intanto sale il dubbio del “Giallo” del Concordia. Il Capitano ha causato la tragedia per “l’inchino”, ovvero il Saluto al Commodoro? | Video intervista sulla prassi “dell’inchino”:
https://www.mondoinformazione.com/concordia-una-grande-tragedia-per-%E2%80%9Cl%E2%80%99inchino%E2%80%9D-il-saluto-al-commodoro-al-giglio-video-intervista/
(Via/ANSA)
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