Costa Crociere sottovalutò la gravità del disastro e ritardò l’allarme. Questo il succo delle gravissime accuse rivolte dagli inquirenti all’armatore genovese. La procura di Grosseto ha notificato stamattina a Costa Crociere, società di punta del gruppo americano Carnival, l’avviso di conclusione delle indagini relative al drammatico naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo dell’Isola del Giglio.
Il procuratore capo Francesco Verusio ipotizza a carico di Costa l’accusa di non aver seguito correttamente le procedure d’emergenza espressamente prescritte in caso di naufragio. In particolare Costa non avrebbe comunicato l’effettiva gravità del danno subito e non avrebbe dato immediatamente l’allarme.
La società Costa risulta dunque indagata, in base alla Legge 231 del 2001, per responsabilità oggettiva relativamente alla condotta del comandante Francesco Schettino e del coordinatore dell’unità di crisi Roberto Ferrarini.
Ora Costa ha a disposizione venti giorni per presentare una memoria difensiva, prima che la Procura decida l’eventuale rinvio a giudizio.
L’armatore, che finora si è sempre dichiarato “parte lesa”, rischia ora una pesantissima multa.
“Costa Crociere è stata informata in data odierna dell’indagine condotta dalla magistratura circa possibili violazioni della legge 231 da parte della società in materia di responsabilità amministrativa degli enti –scrive la società in una nota- Costa Crociere si dichiara fiduciosa di poter dimostrare la piena conformità del proprio operato alle leggi in vigore e rinnova la propria totale fiducia nella magistratura”.
Per Costa tuttavia i rischi economici non finiscono qui. Con la decisione odierna aumentano, secondo il Codacons, le possibilità di successo delle numerose richieste di Class Action promosse attraverso l’associazione da passeggeri della Costa Concordia. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi dichiara:“Dopo numerose istanze e denunce della nostra associazione in cui si chiedeva di procedere anche nei confronti della società finalmente la procura ha accolto le nostre richieste, contestando alla Costa una serie di inadempienze evidenziate proprio dal Codacons”.
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