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Home Tecnologia

Anonymous, per rendere i DDoS una forma legale di protesta | PETIZIONE

by Silvio Arancio
Dic 18, 2013
in Tecnologia
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Anonymous, ha presentato una petizione sul sito della Casa Bianca per chiedere la legalità per i DDoS, negazioni del servizio. Petizione

Anonymous, approfittando di uno strumento di democrazia diretta digitale, ha presentato una petizione alla Casa Bianca per il DDoS, denial of service ( negazione del servizio) poiché Anonymous ritiene  che stiano diventando una forma di espressione del malcontento dei cittadini. Per questo , per richiedere la legalità di questa forma di malcontento ha aperto, sul sito della Casa Bianca una petizione.

Ma vediamo ora di far capire bene, per chi non lo sapesse, cosa è il DDoS e perché Anonymous si stia battendo, con una raccolta firme, per legalizzarlo.

Schema DDoS, Nella sicurezza informatica DoS, scritto con la maiuscola al primo e terzo posto, è la sigla di denial of service, letteralmente negazione del servizio, vediamo ora l’enciclopedia multimediale Wikipedia cosa riferisce sul tema, e sulla cui attendibilità abbiamo fiducia, del resto anche ieri sera un noto politico italiano, leggendo il suo  discorso, si è appellato, come fonte, a Wikipedia:

“Nella sicurezza informatica DoS, scritto con la maiuscola al primo e terzo posto, è la sigla di denial of service, letteralmente negazione del servizio. Si tratta di un attacco informatico in cui si cerca di portare il funzionamento di un sistema informatico che fornisce un servizio, ad esempio un sito web, al limite delle prestazioni, lavorando su uno dei parametri d’ingresso, fino a renderlo non più in grado di erogare il servizio”.

“Gli attacchi vengono abitualmente attuati inviando molti pacchetti di richieste, di solito ad un server Web, FTP o di posta elettronica saturandone le risorse e rendendo tale sistema “instabile”, quindi qualsiasi sistema collegato ad Internet e che fornisca servizi di rete basati sul TCP è soggetto al rischio di attacchi DoS. Inizialmente questo tipo di attacco veniva attuato da hacker, come gesto di dissenso etico nei confronti dei siti web commerciali e delle istituzioni”.

“Per rendere più efficace l’attacco in genere vengono utilizzati molti computer inconsapevoli, detti zombie, sui quali precedentemente è stato inoculato un programma appositamente creato per attacchi DoS e che si attiva ad un comando proveniente dal cracker creatore”.

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“Se il programma maligno si è diffuso su molti computer, può succedere che migliaia di PC violati da un cracker, ovvero una botnet, producano inconsapevolmente e nello stesso istante un flusso incontenibile di dati che travolgeranno come una valanga anche i link più capienti del sito bersaglio”.

“Non solo i sistemi server possono essere vittime di un attacco DoS ma anche semplici utenti e client, sebbene questi attacchi siano molto meno frequenti e di nessun interesse per i cosiddetti cracker”.

Anonymous, ha presentato la proposta per rendere gli attacchi DDoS una forma giuridica di protesta perfettamente legale sostenendo che:

“Il Distributed Denial of Service non è in alcun modo una forma di hacking. Questo modo di agire è l’equivalente di fare i clic in modo ripetuto col pulsante Aggiorna in una pagina web. È, in questo senso, simile ad una manifestazione di occupazione”.

Anonymous chiede anche che, nel contesto di questa petizione, tutte le persone che sono state imprigionate per aver partecipato a attacchi “denial of service” vengano rilasciate e il loro track record venga rimosso.

La petizione sarà in loop ( quindi riproposta a ciclo continuo) il 6 febbraio prossimo per raccogliere almeno 25.000 firme in modo che il Governo Federale si veda “costretto” a prenderla in considerazione. Anonymous dichiara peraltro che, al momento in cui l’articolo originale è stato scritto, solo 814 persone hanno firmato la petizione.

CLICCATE A FIANCO PER ANDARE SUL SITO DELLA CASA BIANCA: Petizione sul sito della Casa Bianca

 

Tags: 6AnonymousAttaccoCasacasa biancaComediFebbraioFirmeHackerIlInformaticoInternetManifestazionePetizioneProtestaRaccoltascienze e tecnologiasito webTecnologiaZombie
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