Non arriva ad un punto di svolta il dramma di Ethan, il bambino di cinque con una leggera sindrome di Asperger, rapito da un veterano del Vietnam che, per prenderlo, ha ucciso l’autista dello scuolabus dove viaggiava il piccolo.
Il dramma che sta tenendo con il fiato sospeso l’america intera, è iniziato martedì scorso e, sebbene sulle trattative ci sia un fortissimo riservo, la situazione sembra essere in stallo. Il veterano sessantacinquenne Jimmy Lee Dykes sembra non aver fatto del male al bambino e, dal rifugio sotterraneo in cui è rintanato, sta seguendo la situazione dalla televisione. Lo sceriffo Wally Olson ha dichiarato ai media che da giorni assediano le vicinanze del bunker, di voler ringraziare il rapitore “per prendersi cura del nostro bambino” e per avergli permesso di inviare al bimbo i quaderni da colorare e le medicine di cui necessita ogni giorno.
Le trattative sono seguite da un team di esperti dell’FBI che comunica con Dykes, atraverso il tubo di gomma di areazione del bunker che l’uomo ha costruito un metro sotto terra, nel giardino della propria abitazione; tramite lo stesso mezzo la madre di Ethan ha potuto sentirlo piangere ed invocarla a gran voce, rendendo la situazione sempre più logorante per tutti gli attori di questa straziante storia.
Nel frattempo emergono maggiori informazioni sulla dinamica del rapimento quando Dykes è salito sullo scuolabus minacciando l’autista con una pistola, dicendo di voler portare via due bambini. Charles Poland di 66 anni si è messo di traverso sulla porta permettendo a quasi tutti i bambini di fuggire dal retro del mezzo. Il rapitore, per portare a compimento il suo piano ha poi sparato più volte contro Poland uccidendolo.
I funerali di Poland si sono tenuti al Ozark Civic Center a pochi chilometri di distanza da Midland City, il luogo della tragedia. La comunità, ancora incredula e sconvolta per ciò che sta accadendo, ricorda Charles Poland come un uomo buono e sempre disponibile ad aiutare gli altri. Al momento si stanno susseguendo varie veglie di preghiera, la più affollata sabato, per richiedere che il bimbo venga rilasciato e possa al più presto riabbracciare i genitori.
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