Se n’è andato Valerio Negrini, uno dei fondatori dei Pooh. Negrini è stato il primo batterista dell’intramontabile band italiana, cedendo poi le “bacchette” nel 1971 a Stefano D’Orazio.
I Pooh nacquero come gruppo proprio grazie all’incontro di Valerio Negrini con Mauro Bertoli. I due fondano nel 1964 i Jaguars, ma la band deciderà poi, a causa dell’omonimia con un altro complesso, di cambiare nome in Pooh nel 1966.
La prima formazione dei Jaguars/Pooh è così composta: Valerio Negrini (batteria), Mauro Bertoli e Mario Goretti (chitarre), Giancarlo Cantelli (basso) e Bruno Barraco (tastiere)
Dopo il 1971 Valerio Negrini, pur non facendo più parte ufficialmente del gruppo, continua ad essere una figura fondamentale per i Pooh, diventando l’autore della maggior parte dei successi della band. E’ stato spesso definito “il quinto Pooh”, definizione che in realtà non gli andava molto a genio.
Il primo grande successo firmato da Valerio Negrini, nel 1971, è “Tanta voglia di lei”, con l’inconfondibile incipit “mi dispiace di svegliarti, forse un uomo non sarò, ma ad un tratto so che devo lasciarti, fra un minuto me ne andrò”.
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Nello stesso anno arriva l’indimenticabile “Pensiero”. “Non restare chiuso qui, pensiero! riempiti di sole e vai nel cielo”.
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Con Negrini se ne va una parte fondamentale della storia dei Pooh e, con loro, della musica leggera italiana. A ricordarlo con commozione è Stefano D’Orazio, “erede” di Negrini e batterista della band dal 1971 al 2010: “Non ci sono parole per descrivere un dolore così grande ed improvviso. E’ una parte della mia vita che se ne va e già sento un vuoto incolmabile, buon viaggio amico mio”.
Valerio Negrini aveva 66 anni. Nato a Bologna nel 1946, è morto nel tardo pomeriggio di oggi all’Ospedale Santa Chiara di Trento a causa di un infarto. Lascia la moglie Paola e tre figlie Alice (33 anni), Linda (22) e Ginevra (6).
Valerio Negrini lascia un grande vuoto, sicuramente difficilissimo da colmare. Vogliamo ricordarlo sulle note delle sue composizioni più belle ed associarci al pensiero di Stefano D’Orazio: Buon Viaggio amico nostro!
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