Il procuratore ha confermato che le vittime della strage appartengono ben alla famiglia di Saad Al Hilli, il proprietario della BMW immatricolata in Gran Bretagna. Era ben lui l’uomo alla guida, la donna più giovane la moglie e quella più anziana presumibilmente la madre di questa.
L’auto delle vittime della strage in SavoiaTestimonianze
I risultati dei test ADN non sono ancora giunti, ma la più piccola delle due bimbe ha confermato che i due erano i suoi genitori, che l’altra donna lei la conosceva poco, comunque lei non ha visto nulla che possa aiutare la polizia nelle indagini, ha solo udito grida e rumori.
La figlia più grande che è stata nuovamente operata, “una vera miracolata” non è per il momento in grado di essere interrogata.
La bambina è per il momento in coma farmacologico e la polizia rimane in attesa del nulla osta dei medici per poter raccogliere la sua testimonianza.
Secondo quanto rilasciato ai giornalisti dal procuratore i tiri sono ben provenuti dall’esterno all’interno dell’auto, i bossoli 25, il che potrebbe far supporre la presenza di due tiratori e non di uno solo.
Nessuna informazione però è stata rilasciata sul tipo di arma o di armi utilizzate.
Il ciclista inglese che ha scoperto l’auto e i corpi ha parlato di un 4x 4 di colore scuro e di una moto, incrociate lungo la strada
La pista del fratello
Diversi quotidiani hanno avanzato ipotesi di conflitti familiari per una storia di eredità tra Saad Al Hilli e suo fratello. In Inghilterra intanto si è presentato alla polizia, spontaneamente, il fratello della vittima per precisare che tra loro non esisteva nessun conflitto.
La polizia dovrà confermare la veridicità di tali affermazioni.
A livello giudiziario è stata aperta un’inchiesta per omicidio e tentativo di omicidio. Questo permetterà la più completa collaborazione tra polizia inglese e gendarmeria francese.
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