C’è chi lo considera un discorso demagogico, chi una questione importante ma non certo risolutiva ed è il tema più discusso degli ultimi mesi, in parlamento come al bar (e la differenza tra i due luoghi non è poi così evidente). Sono le tasse: odiate, elogiate, imposte ma soprattutto non pagate da molti.
La prestigiosa testata Wall Street Journal ha pubblicato un articolo stamane, illuminante quanto intuibile, in cui si ipotizza che se tutti (ma proprio tutti) pagassero le tasse che devono allo Stato il debito italiano si azzererebbe in dieci anni: tanti dite? E’ pur sempre uno scenario esaltante se solo fosse realizzabile. Questa tesi è stata illustrata da un’italiana, cioè il vice-direttore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola, in un’audizione presso la Commissione Antimafia.
L’evasione ha permesso agli italiani di vivere a un livello di benessere superiore di 8 volte al loro reddito disponibile; a questo si aggiunge il cancro della criminalità organizzata che tiene da decenni in pugno una ricchezza che è spaventosa, liquida, inarrestabile e che conta sul funzionamento di un sistema economico degno della più alta finanza, non basato su rapine o ingenue appropriazioni indebite facilmente riconoscibili.
L’evasione complessiva conta infatti per il 27,4% del Pil… in altre parole? un quarto dell’economia italiana non esiste agli occhi delle casse dello stato. Il risultato sono altre tasse per colmare i conti, da estrarre da quella parte degli italiani che continuano a pagare cifre ormai molto superiori alla loro disponibilità economica.
Secondo la Tarantola, e probabilmente non solo secondo lei, se l’Italia tassasse tutto il profitto sommerso (circa 400 miliardi), tra dieci anni il debito pubblico attuale di 2mila miliardi di euro si prosciugherebbe, instaurando un circolo virtuoso degno dei migliori sogni che oggi fanno gli onesti. Rimarranno solo sogni?
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