Monti nel suo discorso ha ribadito che non si candiderà, ha attaccato Berlusconi la scesa in campo e la sua politica illusoria. Agenda Monti
Monti, come molto di voi avranno appena sentito, ha tenuto il suo discorso di chiusura al termine dell’operato del suo governo.
Monti ha comunque pesantemente attaccato la politica, o meglio l’assurdo metodo di fare politica di Silvio Berlusconi. La politica di Silvio Berlusconi, e la sua campagna elettorale, sono, a dir poco , illusorie per Mario monti che ha ribadito a chiare lettere a tutti i cittadini, di non farsi incantare da chi propone di togliere l’IMU, sarebbe un’operazione puramente illusoria poiché, come ha ribadito Mario Monti, ci si troverebbe, dopo pochi anni, o meglio, chi succederà dopo pochi anni al governo che l’avrà tolta (chiara allusione al possibile governo di Silvio Berlusconi) a fare un terribile passo indietro, poiché quel governo, pur di vincere, avrà creato un buco di bilancio altissimo e, di conseguenza, chi poi gli succederà fra altri 5 anni sarà costretto ad alzare l’IMU di almeno 5 volte!
Fin troppo chiaro, la sua pesante critica a Berlusconi che è poi proseguita.
Monti ha anche criticato il modo di far politica di Silvio Berlusconi, il voler creare la sua … discesa in campo … per Monti , oltre che un errore concettuale linguistico, sarebbe anche un errore di politica e di come farla poichè non è combattendo contro gli “avversari” che si riporterebbe in pari il bilancio dell’Italia, ma solo cercando di collaborare con loro.
Mario Monti, ha ribadito che, per lui, sarebbe una Salita in campo proprio come evoluzione del ragionamento comune per il bene comune dell’Italia. Insomma Berlusconi, per Monti, si intuisce o almeno mi è parso di intuire, conduce un metodo di approccio politico chiuso, troppo chiuso al dialogo troppo bellicoso con chi non è “della sua squadra” e poco collaborativo ed in più molto falso verso i cittadini che tende di irretire con falsi ed allettanti propositi.
Al termine della conferenza stampa gli è stato chiesto quello che già ,nel discorso, Mario Monti aveva ampiamente ribadito: il suo futuro impegno politico. A questo punto Mario Monti è stato molto esplicito ed ha ribadito che sarà pronto a collaborare su una base di un’agenda di cambiamento, sarà quindi a disposizione con chiunque vorrà costruire un futuro per l’Italia e non distruggerla, senza però formare un suo partito (Monti) od una sua chiara lista politica.
Quindi discorso aperto, penso, con il PD ed i partiti di centro ma , ritengo, totalmente chiuso verso Berlusconi e la sua politica fatta di false ed improponibili promesse, oltre che per il modo di “creare squadra” chiudendo la collaborazione.
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Più volte, nella parte introduttiva del suo discorso, Mario Monti ha fatto cenno alla sua Agenda Monti , ma non come vera e propria strada che si auspica si possa seguire per la futura ripresa economica del paese Italia , ma più che altro, come guida futura da prendere in considerazione per quello che non si dovrà assolutamente fare per non precipitare di nuovo nel baratro, anzi ha detto che, a breve, pubblicherà insieme alla Agenda Monti di cui potrete leggere le aspettative e le proiezioni economiche future, un elenco di cose che non si dovranno fare per non sbagliare il futuro lavoro di ripresa economica.
Una delle cose che non si dovranno fare, ha aggiunto, sarà quella di ingannare gli italiani con false promesse oltre a quella di saper dire la verità ed ha citato come esempio, il fatto che ora l’Italia, nel baratro economico, è dietro alla Spagna mentre solo un anno fa era la prima che rischiava di precipitare economicamente e che tutto questo è stato possibile solo e purtroppo con una forte politica di restrizione e non altrimenti ( altra frecciata a Silvio Berlusconi).
L’agenda Monti non è l’agenda di Mario Monti e dei suoi futuri incarichi istituzionali. L’agenda Monti non è neanche la lista delle riforme del governo (alcune riuscite altre meno; alcune realizzate altre meramente abbozzate). L’agenda Monti è uno spartiacque e una cartina di tornasole.
È uno spartiacque perché, in prima battuta, sancisce il fallimento del governo Berlusconi. Ma in seconda battuta sancisce il fallimento collettivo della Seconda Repubblica e di due decenni di scelte non fatte. Tanto che molti italiani hanno una reazione allergica quando sentono parlare di “ritorno della politica”, senza che la politica dia il minimo segnale di aver imparato la lezione.
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