Salerno ospiterà venerdì 14 Dicembre una presentazione di un libro di indubbio interesse. La scelta non è certo casuale, essendo Salerno sede della prestigiosa Scuola Medica, prima istituzione medica dell’Europa del MedioEvo, perfetta sintesi della tradizione greco-latina con gli influssi arabi ed ebraici.
“Medichesse. La vocazione femminile alla cura” è l’ultima fatica letteraria di Erika Maderna, laureata in Etruscologia e Archeologia Italica presso l’Università degli Studi di Pavia. La Maderna, già autrice di “Aromi sacri e fragranze profane” (Aboca Edizioni, 2009) scrive articoli, traduzioni e saggi di cultura e archeologia classica.
Il libro, edito da Aboca Edizioni, verrà presentato venerdì 14 dicembre alle ore 18 nella Sala del Gonfalone del Palazzo di Città, sede del Comune di Salerno, edificio di particolare pregio realizzato nel 1936 dall’architetto Camillo Guerra.
La presentazione sarà introdotta dagli interventi dell’assessore alla Cultura del Comune di Salerno Ermanno Guerra e del presidente della Fondazione Scuola Medica Salernitana Corrado Liguori. Seguirà un interessantissimo dialogo tra l’autrice Erika Maderna e la dott.ssa Catia Giorni del Centro Studi di Aboca Museum.
“Se gli uomini hanno dominato l’universo delle parole –scrive Erika Maderna– le donne hanno avuto potere sul mondo delle cose”.
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In “Medichesse” la Maderna coinvolge il lettore in un affascinante percorso storico attraverso l’affermazione, spesso contraddistinta da grandi difficoltà e pericoli, del ruolo della donna nel mondo della Medicina. Diviso idealmente in quattro grandi macropercorsi, il libro affronta diversi aspetti dell’approccio femminile alla cura, avvalendosi anche di figure particolarmente significative nella storia della nostra civiltà, nonché del mito.
Si parte dagli archetipi del rapporto tra donne e medicina, le prime grandi dee e guaritrici, come Medea o la maga Circe, cui è dedicata anche la bellissima immagine di copertina.
Passiamo dunque alle prime figure femminili dedite allo studio scientifico della medicina: inevitabile citare proprio la Scuola Medica Salernitana ed una delle figure più significative della sua storia, Trotula De Ruggiero. A Trotula è attribuito il trattato “De passionibus mulierum ante in et post partum”, opera cui si fa risalire la nascita dell’ostetricia e della ginecologia come scienze mediche.
La terza parte del libro affronta il rapporto delle donne medico con la religione. In un’epoca come quella medievale, con l’Inquisizione sempre allerta, il confine tra “medichessa” e “strega” poteva apparire molto sottile. Per molte donne medico la scelta di indossare un abito monacale diventò dunque anche strumento di emancipazione e affermazione. Come figura chiave di questo approccio all’arte medica, Erika Maderna cita Santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina tedesca. Tra l’altro Santa Ildegarda di Bingen è stata proclamata “Dottore della Chiesa” lo scorso 7 ottobre 2012 da Papa Benedetto XVI.
Nella quarta parte si affronta infine l’affascinante rapporto tra donne medico e studi alchemici. L’alchimia, spesso definita fin dall’antichità opus mulierum (lavoro da donne), ha affascinato sia le grandi regine dell’antichità come Semiramide che le grandi dame del Rinascimento Italiano come Caterina Sforza, Signora di Imola e Forlì.
“La vocazione femminile per la medicina ha una storia lunga e affascinante, che ci riporta alle radici delle civiltà. Le donne sono da sempre le custodi dei segreti delle erbe e delle piante officinali, e sono per natura e sensibilità inclini alla cura”
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