M5S e giornalisti, nuovo atto di una sfida interminabile. L’immagine di Beatrice Borromeo che si arrampica sul tetto dell’agriturismo in cui sono riuniti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle resterà a lungo nella nostra memoria. Almeno fino al prossimo eccesso di una imbarazzante escalation.
I giornalisti inseguono i tre autobus del MoVimento 5 Stelle. Foto scattata dal deputato Giuseppe D’Ambrosio.Da oltre un mese ormai è aperta la caccia al grillino, un nuovo sport nel quale i giornalisti italiani sembrano volersi sfidare a superare ogni limite. Sì, ok, il dovere di cronaca va anteposto a tutto, ma forse alcuni limiti, fisiologici, dovrebbero esserci.
M5S e giornalisti, un rapporto impossibile
Iniziò tutto pochi giorni dopo le elezioni, quando i neoeletti “cittadini 5 stelle” si incontrarono per la prima volta tutti insieme in un albergo a Roma per conoscersi e iniziare a prendere qualche decisione organizzativa interna. Fu un incredibile assalto di cronisti e cameraman, con i giovani deputati e senatori letteralmente presi in ostaggio.
Si narra di giornalisti che, non conoscendo nemmeno il volto dei nuovi eletti, fermassero gente a caso chiedendo “scusi, lei è un nuovo parlamentare 5 stelle?”. Le comiche.
In seguito sono arrivati i grandi scoop, si fa per dire, ottenuti origliando dietro le porte delle sale in cui erano riuniti i gruppi parlamentari 5 stelle.
Come dimenticare poi il primo grande “inseguimento” con i giornalisti che corrono dietro a Beppe Grillo, travestito da Kenny di South Park sulla spiaggia di Marina di Bibbona?
Fino a ieri, alla riunione nell’agriturismo vicino Fiumicino tra i parlamentari del MoVimento e Beppe Grillo.
“Incontro segreto” hanno titolato quasi tutti i giornali. Tanto segreto che la mattina alle nove e mezza i parlamentari erano tutti in Piazzale Flaminio in attesa dei tre autobus che li avrebbero condotti a destinazione e una folla di giornalisti attendeva insieme a loro.
Poi il viaggio. Destinazione ignota. “Chissà dove andranno i grillini?” si chiedono emozionati i cronisti. Una serie di immagini che resteranno impresse nella memoria. Tre autobus pieni di parlamentari e dietro la fila interminabile delle automobili dei giornalisti, una via di mezzo tra una processione tragicomica e un funerale, quello del giornalismo italiano.
il deputato del MoVimento 5 Stelle Manlio Di Stefano commenta su facebookGiunti a destinazione saluti e battute da parlamentari e dallo stesso Grillo e poi dentro in riunione, i giornalisti ovviamente restano fuori. Nel frattempo Repubblica, sempre sul pezzo, pubblica la mappa (ora scomparsa dal sito, non prima di suggerire rielaborazioni come quella riportata sotto) del tragitto degli autobus. Manca solo il plastico di Bruno Vespa, ma ancora è mattina, per quello ci sarà tempo.
Poi l’immagine che resterà come icona di questa giornata: l’arrampicata di Beatrice Borromeo che tenta un improbabile ingresso dal tetto.
Trovare le differenze tra la scena dell’agriturismo e una comune scena del crimine con folle di cronisti alla ricerca dello scoop di giornata, con l’intervista al vicino di casa o all’amico dell’amico, per arrivare ancora una volta al plastico di Brunone Vespa, diventa difficile.
Qualcuno vorrebbe anche la diretta streaming dell’incontro. Certo, il secondo movimento politico italiano si riunisce per decidere cosa fare in vista dei prossimi delicati impegni parlamentari e dovrebbe spiattellare tutto alla libera vista degli avversari politici? Giovani e un po’ ingenui sì, ma mica stupidi i grillini! Senza contare che c’è una differenza sostanziale tra una diretta streaming e il Grande Fratello…
Cala la sera e restano i ricordi, arriva il momento della riflessione e dell’amarcord. Scorrono le immagini di un lungo ventennio in cui sotto il naso dei giornalisti è passato di tutto, scandali di ogni tipo, ladrocini, volgarità, cene eleganti. E il pensiero che, se solo ci fosse stata un’attenzione pari a quella oggi dimostrata nei confronti del MoVimento 5 Stelle, oggi vivremmo in un paese molto diverso. Citando il blogger economico Stefano Bassi: “Se tutta la banda “nuovi censori” avesse fatto x20 anni le pulci a PDL-PDmenoL come adesso a M5S saremmo la Norvegia”.
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