Lo gettano dal secondo piano per sfrattarlo. La vittima è un cittadino del Bangladesh di 36 anni che viveva in subaffitto a Roma, nel quartiere di Centocelle.
E’ stato un raid punitivo in piena regola quello che un ragazzo di 36 anni, ha subito ieri sera in via delle Robinie 97, nel popolare quartiere di Centocelle a Roma. Doveva lasciare l’appartamento che divideva assieme ad altre cinque persone e, per questo, è stato defenestrato senza alcuna pietà.
La vittima pagava 500 euro di affitto al mese per avere un tetto sopra la testa e viveva in subaffitto; la titolare del contratto è una sua connazionale di 57 anni che, per eseguire lo sfratto, si è presentata armata di una mazza, accompagnata dal figlio ed altri quattro uomini.
I vicini hanno raccontato di aver sentito urla sempre più forti prima di un sordo tonfo nel cortile del palazzo. Appena arrivati, i componenti del commando, hanno aggredito verbalmente la vittima per passare immediatamente ai fatti con spinte e botte. Il trentaseienne, ha tentato di chiudersi a chiave in bagno ma non è servito a nulla. Gli aggressori, dopo aver sfondato la porta, lo hanno sollevato di peso e scaraventato fuori dalla finestra al secondo piano dello stabile.
Alcuni passanti hanno avvertito immediatamente il Nucleo radiomobile dei carabinieri, della presenza di un uomo a terra, in una pozza di sangue. Ricoverato all’ospedale Sandro Pertini, l’uomo versa in gravi condizioni a causa dell’impatto, in maniera scoordinata, con il terreno. Le conseguenze dell’assurdo gesto sono piuttosto serie in quanto la vittima ha riportato la frattura del bacino ed altre agli arti.
Nelle indagini iniziate immediatamente dalla segnalazione, i carabinieri hanno arrestato la titolare del contratto, il figlio di 37 anni ed un altro connazionale di 43 anni. Le ricerche proseguono per identificare e rintracciare, gli altri tre componenti della spedizione punitiva che ha lasciato basita una comunità solitamente molto tranquilla, come quella bengalese.
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