Ecco affacciarsi, nuovamente, l’Italia degli sprechi con danni per oltre 300 milioni di euro ai danni dell’erario e, di conseguenza, alle tasche di tutti i cittadini.
La Corte dei Conti ha “collezionato” tutti i dati provenienti dalle varie inchieste presso le procure regionali, stilando un’agghiacciante e poco onorevole classifica degli sprechi. L’immagine che ne esce fuori del nostro paese è tutt’altro che lusinghiera, a tratti, ai limiti dell’assurdo; sprechi su sprechi insomma, come se non bastassero le opere fantasma, quelle mai terminate, quelle terminate ma mai utilizzate ed abbandonate a loro stesse, ora la magistratura contabile, scatta un’istantanea del 2012 con casi che hanno portato ad un “pregiudizio economico, in base ad un calcolo necessariamente provvisorio, che si valuta il oltre 293,632 milioni di euro“.
E’ un’impietosa immagine del paese ma utile per smuovere le coscienze ed approfondire le reali problematiche che appestano il nostro magnifico paese e così ci troviamo ad aver a che fare con le sempreverdi consulenze “inutili”, o con i soliti giri di mazzette per favorire qualche ditta poco seria, magari speculando sul dolore delle persone nelle camere mortuarie. Non mancano comunque opere inutili o realizzate a scapito della stessa utenza che se ne deve servire e speculazioni da parte di amministratori pubblici, improvvisatisi economisti pur non avendo alcuna qualifica a riguardo, che si sono immersi nel mondo della finanza creativa, stipulando contratti di finanza derivata e portando i propri istituti sull’orlo del baratro.
Ecco una sintetica lista, assolutamente in ordine alfabetico, di quello che i magistrati contabili, hanno collezionato facendo il giro tra le procure locali:
- Abruzzo: sotto inchiesta i contributi elargiti allegramente, per la ricostruzione post terremoto del 2009 ma anche mancate riscossioni di contravvenzioni da parte di diversi comuni grazie ad amicizie tra multati e funzionari pubblici;
- Campania: 43 miliodi di euro richiesti per danni apportati da chi doveva bonificare e stoccare i rifiuti nel litorale Agro Aversano e Domizio Flegreo;
- Emilia Romagna: in provincia di Bologna un distaccamento Inail ha acqistato un immobile sovra-dimensionato e sovra-stimato apportando un danno erariale quantificabile in 3,3 milioni di euro;
- Friuli-Venezia Giulia: 600 mila euro di contributo ad una prestigiosa Fondazione di fotografie antiche, peccato che il muse non esiste;
- Liguria: le tristi vicende della scuola Diaz, dove un raid della polizia nei giorni del G8 di Genova si trasformò in una scusa per aggredire manifestanti inermi, sono sotto la lente dei magistrati per danno erariale all’immagine dell’Amministrazione degli Interni;
- Molise: salta il collegamento marittimo tra Termolie e la Croazia, la società mista pubblico-privata è irregolare ed è tutto da rifare con un danno di 6 milioni;
- Piemonte: dubbi circa la sottrazione illecita di fondi regionali da parte dell’associazione Grinzane Cavour che gestisce il celebre premio letterario, caduto poi in disgrazia e cancellato nel 2009 a causa dello scandalo riconducibili all’allora presidente;
- Toscana: 50 milioni di euro di premi, erroneamente distribuiti massicciamente, per errori nella gestione el personale;
- Sardegna: un dipendente comunale affidava lavori ad una ditta edile in cambio di opere per la proria abitazione. Ma non mancano anche i lungimiranti acquisti di imbarcazioni salvo accorgersi, una volta consegnate, che mancavano i marinai ed il personale qualificato per la conduzione degli stessi. Sono ancora ormeggiate;
- Sicilia: dannie rariali multipli per consulenze affidate illecitamente, per l’assunzione di personale sprovvisto dei titoli professionali necessari e per la dismissione di patrimonio immobiliare sotto-stimato.
- Veneto: Il celebre Ponte della Costituzione progettato dall’archistar Santiago Calatrava, è progettato male e fa scivolare i passanti. Secondo la procura sono stati riscontrate colpe sia da parte del progettista che del direttore dei lavori, per un danno economico di quasi 3,5 milioni di euro.
Il Made in Italy non è solo sinonimo di gusto e design, alle volte può essere anche il più becero ed ottuso tentativo, di trasformare la cosa pubblica in una cosa privata, a conduzione famigliare dove tutto è concesso, mancando strutturalmente e disgraziatamente, gli organi di controllo e, con essa, la tempestività dell’intervento. Troppo spesso vediamo danni ingenti apportati da persone non qualificate e l’Italia si trova a dover risolvere un danno ormai già esploso, in pratica, meglio curare che prevenire?