In Israele, a poche settimane dalle elezioni politiche che si terranno il 22 gennaio, il ministro degli esteri Avigdor Lieberman si è dimesso poiché accusato dal procuratore generale Yehuda Weinstein di frode ed abuso di fiducia. Si tratta di un duro colpo per l’attuale governo in carica in vista di una possibile rielezione.
Lieberman, infatti, con il suo partito Israel Beitenu è il maggiore alleato del Likud dell’attuale premier Banyamin Netanyahu. Liebermen era sospettato di aver ricevuto parecchi milioni di dollari da alcuni magnati come Martin Schlaff e Mikhail Chernoy attraverso compagnie straniere mentre ricopriva cariche pubbliche. Il procuratore Weinstein, a seguito delle indagini condotte dopo i primi sospetti, ha deciso di lasciar cadere l’accusa di riciclaggio di denaro, poiché non c’erano prove a sufficienza. Le accuse di frode e abuso di fiducia, invece, sono rimaste poiché, stando a quanto riportato dal procuratore, Lieberman ha fatto pressione sull’ambasciatore israeliano in Bielorussia Zeev Ben Aryeh e ne ha favorito la carriera, tenendo nascosto il fatto che egli l’aveva informato segretamente dei dossier sulla rogatoria disposta nei suoi confronti dalla magistratura israeliana in Bielorussia. Il comportamento è stato definito dalla pubblica accusa come sospetto e penalmente rilevante.
In ogni caso Lieberman oggi si è dimesso poiché, pur essendo stato prosciolto per riciclaggio, è comunque sospettato di abuso di fiducia e frode. I media hanno riportato una breve dichiarazione dell’ex ministro in cui ha dichiarato di aver preso la decisione di dimettersi anche se non era obbligato a farlo. Queste le parole esatte di Lieberman: “Mi dimetto anche se non sono obbligato. Ho chiesto alla Knesset di revocare la mia immunità parlamentare per poter affrontare al più presto possibile le accuse rivolte contro di me”.
Forse la sua decisione influirà sulla campagna elettorale in vista delle elezioni politiche, ma d’altra parte quando un politico viene colto in pieno fallo non può sempre essere costretto a dimettersi per lasciare il posto, ma può bastare un po’ di buon senso per capire che è la cosa più giusta e ragionevole da farsi, spontaneamente senza costrizioni.
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