L’Iran torna a sorpresa al tavolo dei negoziati per trattare sul suo programma nucleare e rilancia la posibilità di avere colloqui bilaterali con gli USA.
Oltre al tavolo multilaterale dei 5+1 composto da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna più la Germania, l’Iran sembra intenzionato ad accettare anche di parlare direttamente, a quattr’occhi con il suo nemico numero uno da sempre: gli Stati Uniti.
L’annuncio è stato dato dopo un incontro, alla conferenza di Monaco, tra il vicepresidente statunitense Joe Biden ed il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi, . L’appuntamento è per il 25 febbraio nella città di Astana, la capitale del Kazakistan, per riprendere dove si erano interrotte le trattative sul programma nucleare di Teheran. Dopo Ankara, Baghdad e Mosca a giugno scorso, infatti, le trattative si erano arenate davanti alle richieste del 5+1 di:
- Porre fine all’arricchimento dell’uranio al 20%;
- portare all’estero le scorte del combustibile nucleare già ottenuto;
- chiudere il secondo sito sotterraneo di arricchimento dell’uranio, situato a Fordo.
La sede e la ripresa dei colloqui sono stati annunciati dallo stesso Salehi con grande soddisfazione da parte di Catherine Ashton, rappresentate per la politica estera dell’Unione Europea che coordina il gruppo del 5+1.
L’Iran continua a dichiarare che il programma nucleare intrapreso ha solo scopi civili per la produzione di energia ma la credibilità spendibile dal paese asiatico, presso la comunità internazionale, è molto poca.
La novità assoluta di questa nuova tornata di colloqui è, senza dubbio, la possibilità di confronto diretto tra Iran ed Usa al tavolo diplomatico. Tali indiscrezioni erano già girate ad ottobre, riprese immediatamente dal New York Times e alcuni spiragli si erano già aperti in dichiarazioni dell’allora Segretario di stato statunitense Hillary Clinton e, cosa non da poco, anche dal presidente della Repubblica iraniana Mahmud Ahmadinejad e del ministro Salehi. L’unico ad opporsi è stato Ali Khamenei, Guida spirituale ma anche grande manovratore degli affari iraniani in ogni campo.
A fronte dell’entusiasmo per la ripresa dei colloqui, le due nazioni chiamate in causa hanno subito dichiarato di essere pronte al dialogo alla condizione che lo sia anche la controparte ma, in ogni caso, la disponibilità a parlarsi è già una grande vittoria diplomatica visto che Teheran e Washington non hanno rapporti diplomatici formali dopo l’occupazione dell’ambasciata americana nella capitale iraniana, all’alba della rivoluzione islamica, nel 1979.
L’Iran sta vivendo un periodo di grande difficoltà a causa, secondo i principali analisti di politica internazionale, delle nuove sanzioni volute da Obama che hanno ridotto l’economia iraniana ai minimi termini. Il Riyal iraniano si è svalutato dell’80% rispetto al dollaro americano, portanto le masse a riversarsi davanti alle banche nella speranza di poter cambiare la propria valuta con una moneta molto più facilmente spendibile, con un potere d’acquisto molto maggiore. A causa dell’economia sempre più stagnante ed isolata, l’Iran sta soffrendo una grande depressione ed un peggioramento globale di ogni settore economico ed industriale con risvolti sociali e di inquinamento, da non sottovalutare.