Giornata Mondiale contro la violenza domestica che spesso si tramuta in femminicidio. 25 novembre 2012 contro barbarie maschili sulle donne
Giornata Mondiale contro la violenza maschile sulle donne, oggi è il 25 novembre 2012 e, come tutti gli anni, se ne riparla ma, nonostante tutto questo, i fatti ma soprattutto i numeri cambiano di poco. Sono tantissime, anche quest’anno le donne uccise: 113 dall’inizio dell’anno 2012 e cosa molto preoccupante è che di queste 73 hanno trovato la morte uccise dal proprio partner! Spessissimo, per queste barbarie, l’uomo sceglie le mura domestiche.
Atti, frutto di menti “nell’intimo” retrogradi e parecchio incivili, non sempre scarti della società ma comunque persone viscide e violente, che magari non sanno neanche accettare il fatto che le “proprie” compagne abbiano deciso di separarsi da loro, ma che , ben attenti nel non essere scoperti, cercano sempre di “consumare” questi torbidi omicidi, ma anche “semplici” atti di violenza, all’interno delle mura domestiche, le stesse che, invece di offrire protezione alla “donna” vittima di terribili atti, hanno solo e sempre offerto, “omertà”. E così si consuma l’ennesimo atto incivile dell’uomo maturato per diversi motivi ma, mai per questo, degno di essere perdonato.
Giornata Mondiale contro la violenza maschile sulle donne, perché le donne per gli uomini non sono “proprie” perché nessuno, lo si dovrebbe più spesso reinsegnare fin dalle scuole elementari, non è proprietà di un’altra persona, tantomeno una donna non è proprietà di un uomo, neanche dopo il matrimonio, religioso e/o civile che fosse.
Ma qui entriamo nella sfera più personale dei “sentimenti” che spesso, nei casi di violenza sulle donne, è una vera e propria “frustrazione” nel non voler riconoscere le umane debolezze, anche le proprie una sorta di “atavica frustrazione” dell’uomo, inteso nel senso più “animale” l’uomo “cacciatore da sempre” come un noto quotidiano oggi scrive, ma che non deve essere una scusa dietro alla quale la società maschile si debba rifugiare sempre.
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Giornata Mondiale contro la violenza maschile sulle donne, atto che si ritrova purtroppo in tanti riti barbarici di molte “religioni” e “culti” primitivi, purtroppo in questo 2012 ancora troppo radicati. Culti e religioni maschiliste che non rispettano le “Donne” come esseri umani con gli stessi diritti degli Uomini. Ma qui rischiamo di addentrarci in una questione troppo spinosa …
Ma esistono anche forme più “subdole” per perpetrare la violenza verso le donne, lo stalking, per esempio ne è una, e le leggi poi, spesso troppo blande, non aiutano certo le denunce verso questi atti di violenza. Atti mirati a logorare ed a “distruggere” anche le volontà più resistenti …un sottile ma penetrante atto di violenza che tutt’ora persiste sostenuto, involontariamente, dalle Leggi, sempre troppo complesse per poter entrare in azione a combattere anche questa sottile violenza.
Giornata Mondiale contro tutte queste barbarie, religiose o sociali, radicate e ataviche o meno, la violenza maschile sulle donne, per fortuna inizia ad essere “combattuta” senza armi , ovviamente, ma con delle strutture che possano essere “rifugio“ per le donne afflitte da tutte queste problematiche che, ricordiamolo, spesso iniziano in modo subdolo a cui, spessissimo, non si dà l’importanza che si dovrebbe dare rifugiandosi, quando riguarda le percosse, dietro un “ma si che vuoi, l’uomo è cacciatore”.
Giornata Mondiale sancita dall’Onu, come è giusto anche ricordare come nacque questo “diritto alla civiltà”, diritto acquisito da non molti anni e che , forse, in una società come la nostra che “digerisce” i Diritti con tempi molto lunghi, necessita ancora di un lungo cammino di coscienza:
“L’Assemblea Generale dell’ONU tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, ha ufficializzato una data (25 novembre) che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà (Colombia) nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo 81930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni”.
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