A quasi due anni dal disastro di Fukushima Dai-ichi un rapporto dell’OMS, le considerazioni di Greenpeace, le analisi della TEPCO ed il ruolo dell’AIEA
[lightbox full=”http://1.bp.blogspot.com/-OxoKeLumRws/T1d1TpHkt_I/AAAAAAAAGjY/gXJ8VFxVd_8/s1600/fukushima-daichi-satellite.jpg”][/lightbox]L’11 mazo saranno passati esattamente due anni dal disastro di Fukushima, nel quale a seguito di uno spaventoso tsunami vennero danneggiati i reattori di una centrale nucleare, con conseguente fusione del nocciolo dei reattori 1, 2 e 3. Più di 180.000 persone vennero fatte evacuare e in seguito il governo giapponese, dopo aver vietato l’accesso nel raggio di 20 km. attorno alla centrale, ordinò l’evacuazione di altre cinque città, site fuori da tale area
A pochi giorni dal secondo anniversario di quel tragico evento, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso un rapporto provvisorio e parziale sugli effetti dell’incidente.
Maria Neira, direttore dell’OMS per la salute pubblica e l’ambiente, ha dichiarato: “I dati, basati su età, genere e prossimità all’impianto mostrano un rischio più alto di sviluppare il cancro per coloro che vivono nelle zone più contaminate ” e in questo ambito l’OMS riscontra un’incidenza del 70% dei tumori alla tiroide.. Tuttavia per quanto riguarda le altre zone del Giappone le nazioni confinanti, l’OMS dichiara che non ci sono evidenze di contaminazioni.
I questo contesto si inseriscono le critiche di Greenpace al rapporto dell’OMS. Rianne Teule, esperto di radiazioni nucleari di Greenpeace International, afferma: “Il rapporto dell’OMS minimizza spudoratamente l’impatto delle prime emissioni radioattive del disastro di Fukushima sulle persone all’interno della zona di evacuazione di 20 chilometri, che non sono state in grado di lasciare la zona in fretta (…) L’OMS avrebbe dovuto stimare l’esposizione alle radiazioni di queste persone per dare un quadro più preciso dei potenziali impatti a lungo termine di Fukushima (…) Il rapporto cerca scandalosamente di minimizzare la probabilità che migliaia di persone siano a rischio di cancro dopo il disastro di Fukushima. Nasconde l’impatto sanitario presentandolo come piccoli aumenti percentuali dell’insorgenza di tumori: quelle piccole percentuali si traducono in migliaia di persone che sono a rischio”
La poca credibilità degli studi dell’OMS, secondo gli esperti di Greenpeace, è dovuta soprattutto al fatto che l’OMS effettua rilevazioni e rilascia relazioni solo ed esclusivamente con l’approvazione dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica).
Intanto la TEPCO (Tokyo Electric Power Company: la compagnia che si occupava della gestione della centrale di Fukushima), ha effettuato delle analisi su del pesce catturato nei pressi della centrale, riscontrando una concentrazione del cesio radioattivo supera di 5000 volte la norma, il che testimonia inequivocabilmente l’ingresso degli elementi radioattivi nella catena alimentare.
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