Eutanasia: è questo il modo che il biochimico, premio Nobel per la medicina, Christian de Duve, ha scelto per porre fine alla sua esistenza.
Eutanasia per lo scenziato Christian de DuveEutanasia: una scelta consapevole, caparbia, determinata. Così è morto il 4 maggio, all’età di 95 anni, Christian de Duve, premio Nobel nel 1974
Ha scelto di morire, tramite eutanasia, dopo una brutta caduta. Non ha voluto aspettare la degenerazione e l’invalidità. Come facevano i vecchi di alcune tribù di Nativi Americani, che quando sentivano giungere la loro ora si allontanavano dal villaggio e andavano a morire abbracciati dalla Grande Madre Terra.
Così se ne va lo scienziato Christian de Duve, un uomo che, come ha dichiarato il primo ministro belga Elio de Rupo “ha consacrato tutta la vita alla ricerca e al progresso dell’umanità, dando lustro al Belgio nel mondo”.
Laureato e specializzato in biologia cellulare, nel 1974 ottenne, insieme ad Albert Claude ed a George Emile Palade, il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia “per le loro scoperte sull’organizzazione strutturale e funzionale della cellula”. Queste scoperte, in effetti, si dimostrarono di fondamentale importanza per lo studio di malattie degenerative come i tumori, ma anche per la comprensione dei meccanismi dell’evoluzione delle specie (in particolare quella umana).
Molto fertile anche dal punto di vista lettarario: nel 1998 viene pubblicata in Italia la sua opera “Polvere vitale” (“Vital Dust”), un excursus dalle origini della vita sulla tarra fino ai tempi moderni, nel 2003 è invece il suo “Come evolve la vita. Dalle molecole alla mente simbolica” (“Life Evolving. Molecules, Mind, and Meaning”), sempre sull’argomento dell’evoluzione, ma questa volta incentrando gli studi solo sull’evoluzione umana. Infine, nell’aprile 2005 pubblica “Alle origini della vita” (“Singularities: Landmarks on the Pathways of Life”), un ulteriore trattato sull’evoluzione umana, dove considera, non senza ironizzare nei confronti dei fanatici integralisti che considerano imprescindibile il fattore del cosiddetto “disegno intelligente”.
Secondo le dichiarazioni rilasciate dalla figlia Françoise, che era accanto al padre nel momento dell’addio, il professore si è spento nella più totale serenità sottoponendosi all’iniezione letale senza nemmeno prendere sonniferi o ansiolitici.
La sua scelta estrema è maturata dopo essere stato costretto a letto da un accidente, “per porre fine alle sofferenze dovute al grave deterioramento fisico degli ultimi mesi”, come ha dichiarato la figlia. Christian de Duve, prima di sottoporsi all’eutanasia, ha atteso il ritorno del figlio dagli Stati Uniti. In tutto lo scienziato lascia una figlia e tre figli.
Un mese fa, al quotidiano Belga “Le Soir” aveva dichiarato:
Sarebbe un’esagerazione dire che non ho paura della morte, ma non ho paura di ciò che verrà dopo perché non sono un credente. Quando scomparirò, sarò scomparso, non ci sarà altro.
Ciò che devo prevedere adesso, è la mia morte, e lo sto facendo
Christian De Duve è secondo personaggio famoso ad aver scelto l’eutanasia da quando il Belgio nel 2002 è diventato tra i pochi paesi al mondo a legalizzare l’eutanasia. Il primo fu lo scrittore Hugo Claus nel 2008.
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