Storie di ordinaria follia? di quotidiana violenza ? su una pagina di facebook che la compagna di Di Cataldo credeva visibile ai soli amici, foto, immagini della violenza familiare del cantante sulla sua compagna.
Facebook teatro di una recita di violenza
Credeva che su facebook non sarebbero state di dominio pubblico, solo visualizzabili da amici ai quali la donna voleva mostrare di cosa era capace il suo ex compagno dal volto angelico, Massimo Di Cataldo, essere creduta.
Foto di un volto tumefatto, rivoli di sangue che cadono dal viso, che fuoriescono dal corpo, un grumo in un lavandino, un grumo di sangue e cellule che parlano di aborto.
Lei, le ha inserite sulla sua pagina facebook, le ha “postate” come scrive:
“Queste foto che ho postato sono di venti giorni fa. Ho pensato a lungo se farlo o meno. Ma credo nella dignità e nel rispetto delle donne. Ci sono donne che ogni giorno subiscono violenze e continuano a perdonare. Io il signor di Cataldo, faccia d’angelo e aspetto da bravo ragazzo l’ho perdonato tante volte. Anche quando ero incinta mi ha picchiata e Rosalù é un miracolo sia nata. Questa volta le botte me le ha date al punto da farmi abortire il figlio che portavo in grembo. Io non ho un carattere facile e le liti possono accadere. Ma mai nessun uomo potrà mai più farmi questo a me e alla vita. E spero che questo outing e sputtanamento pubblico sia utile a tutte quelle donne che subiscono uomini che sembrano angeli e poi ci riducono così . Continuando la loro vita sorridenti e divertiti …come se nulla fosse accaduto. Di Cataldo se proprio devi continuare a fare musica,se hai un po’ di dignità non nominare mai più le donne. Perché le hai sempre e solo menate. È questo lo sa bene pure la tua ex moglie Jorgelina”.
Violenze nuove, violenze vecchie, pare durino da 13 anni, e in precedenza quelle alla moglie del cantante di cui rimangono tracce in un pronto soccorso romano
“Non avrei mai voluto arrivare a dire pubblicamente che uomo sei, e a pubblicare queste foto così terribili. Tu che ci tieni così tanto alla tua faccina angelica…Dopo 13 anni di un grande amore ma anche grandi sofferenze ho pensato di farti un regalo. L’ultimo degli infiniti che ti ho fatto in questi anni. Il più prezioso: forse ora prenderai coscienza …visto che sembri sempre inconsapevole delle tue azioni come farebbe un bimbo di 3 anni. Forse stavolta ti sto aiutando davvero. Ti regalo la possibilità di fare un upgrade. Quello di diventare finalmente un Uomo. E non lo faccio per rabbia ma per la nostra piccola Rosalù, che ha bisogno di un padre e non di un fratellino piccolo e violento. Buona vita Massimino…”.
La polizia si sta occupando del caso, sta ora verificando la veridicità delle foto pubblicate su facebook, la polizia, autorità cui nessuno aveva pensato di rivolgersi, in ogni caso non di certo la ex compagna di Di Cataldo che non pensava affatto a denunciarlo, voleva solo essere creduta.
Una confessione che voleva prescindere dalle vie legali, dalla legge, chissà se per sfiducia, per diffidenza, credendo di poter regolare i conti in un altro modo.
La sua confessione assume ora un altro valore, corredata di foto e raccontata su facebook, pubblica piazza d’Italia, facebook piazza del mondo dove l’ascolto è più facile e l’accesso più rapido rispetto a un commissariato di polizia.
Più rapido che suonare un campanello e farsi ricevere, basta un click.
Ma per certe confessioni basta avere una platea, ci si deve contentare di facebook o bisogna assumersene la responsabilità e andare fino in fondo con la denuncia legale?
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