Tutte le copie del settimanale satirico Charlie Hebdo andate a ruba e il giornale risulta introvabile.
Martedì sera su internet si poteva già gustare l’avant première di quello che il Charlie Hebdo di mercoledì 18 avrebbe offerto ai lettori con in copertina un imam su una sedia a rotelle, spinto da un rabbino e al di sopra, il titolo “Intouchables 2: faut pas se moquer”(Intoccabili 2 : non si deve deridere).
Reazione alle ultime news, reazione al film anti-islamico e strizzatina d’occhio al film Intouchables, che rappresenterà la Francia agli Oscar 2013.
…e mercoledì mattina c’è stato un vero e proprio assalto alle edicole e rivendite di giornali per impossessarsi di una copia del giornale, vedere dal vivo quello di cui si parlava ben prima dell’uscita in edicola, scoprire, al di là della vignetta in prima pagina, le altre due ben più osé con il profeta come bersaglio, nudo, ma in ultima pagina nella rubrica delle “notizie sfuggite”, o alternativamente impadronirsi di quante più copie possibile per farle sparire, distruggerle per impedire quello che per i fedeli è puro sacrilegio: la rappresentazione di Maometto.
75.000 copie vendute
Non poche sono le edicole che hanno esaurito tutti i loro esemplari nel giro di un’ora dall’apertura, i giornalai che non hanno avuto neppure il tempo di aprire alle 6 di mercoledì mattina e si sono visti acquistare tutte le copie, ma non solo per leggerle o collezionarle… c’é anche chi le ha viste fatte a pezzetti sotto i propri occhi o si è sentito rimproverare per il fatto di averle in vendita. Tutte le 75.000 esaurite a gran velocità e venerdì 21 la nuova tiratura e nuovi 70.000 esemplari.
Un bel successo! Bel successo in ogni caso per Charlie Hebdo che ha dei problemi di sopravvivenza, vive in situazione precaria e necessita di almeno 30.000 copie settimanali vendute in edicola per poter continuare a resistere.
Secondo Pascal Boniface, direttore dell’IRIS, istituto di ricerche internazionali e strategiche, Charlie Hedbo che, a suo avviso, ha come obbiettivo di rilanciare le vendite( in diminuzione) del giornale e utilizza regolarmente i musulmani per i suoi fini, questa volta ha scelto un momento particolarmente “infelice”.
Non è la prima volta che Charlie Hebdo si focalizza sull’Islam: nel 2006 aveva riprodotto le vignette danesi del giornale Jyllands-Posten. Una di queste foto, con il profeta rivestito di una bomba sotto forma di turbante, gli era valso un processo intentato dalla Grande Moschea di Parigi, l’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia e la Lega islamica mondiale.
Gli accusati liberati dall’accusa in 2008 non perderanno però il vizio di ironizzare sul soggetto e in novembre 2011 Charlie Hebdo, per il tempo di un numero, diventa polemicamente Charia Hebdo con Maometto nei panni di redattore capo.
Il settimanale vuole denunciare l’arrivo al potere in Tunisia degli islamisti “moderati” dell’Ennadha e il desiderio del capo del Consiglio nazionale di transizione libico, alla morte di Gheddafi, di voler istaurare la sharia(la legge islamica) in Libia.
Questa nuova rappresentazione del profeta ha conseguenze drammatiche. Charlie Hebdo rimane senza sede, bruciata da un cocktail molotov, che fortunatamente non fa vittime.
Da allora alla sede del giornale i giornalisti si abituano alla presenza delle forze dell’ordine.
Quest’ultima pubblicazione non provoca incendi da molotov, ma scintille tante…e il settimanale è preso d’assalto da colleghi, televisioni, giornalisti del mondo intero che telefonano e sbarcano al giornale.
Nuove denunce sono seguite in questi due giorni, Charlie Hebdo ne colleziona già tre nel giro di neppure 48 ore, ma il suo avvocato si vuole tranquillo e ottimista perché a suo avviso “Il giornale non ha superato i limiti di quanto è accettato dal diritto. Diritto che afferma che si può prendere in giro, a piacimento, le religioni, principio alla base di uno stato laico dove il blasfemo non esiste; mentre condanna l’istigazione all’odio verso persone sulla base della loro appartenenza religiosa”
…e Charlie Hebdo voleva soprattutto far ridere, per “sdrammatizzare”, perché come afferma il direttore del settimanale, Charb « Bisogna continuare fin tanto che l’islam sia banalizzato come il cattolicesimo ».
Il disegnatore Luz aggiunge: « Abbiamo spezzato i tabù di Eros et Thanatos, resta quello della religione » e conclude il caporedattore Gérard Biard, «Se diciamo alle religioni che sono “intoccabili”…siamo fregati!!! »
Speriamo che la laica Francia rimanga “intoccabile”!
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