IsoHunt cesserà le proprie attività entro breve; uno dei motori di ricerca per torrent più conosciuti del web ha ceduto alle battaglie lagali contro gli studios hollywoodiani, sul piatto anche 110 milioni di dollari di risarcimenti.
Chiude IsoHunt rinunciando alle battaglie legali
Dopo dieci anni anche IsoHunt chiude i battenti e si aggiunge alla lunga lista di siti che, a causa delle pressioni degli studios hollywoodiani hanno ceduto e deciso di non proseguire le battaglie legali. Oltre sette anni di verdetti (spesso a sfavore) e carte bollate hanno messo la parola fine alla vita di uno dei motori di ricerca per torrent più conosciuto nel web.
I numeri parlano chiaro: 13,7 milioni di torrent attivi e ben 44,2 milioni di peer per un sito che non può, secondo l’ultimo verdetto dei giudici della corte d’appello statunitense, appellarsi alle garanzie del DMCA, facendosi passare come un neutro intermediario della rete. Secondo la recente sentenza, infatti, il CEO di IsoHunt Gary Fung non avrebbe fatto molto per proteggere il materiale piratato che girava sul proprio sito. Lo avrebbe anzi incoraggiato, sapendo benissimo della natura illecita dei file, visto che buona parte dei profitti avveniva proprio grazie alla presenza di materiale protetto da diritto d’autore. Nelle carte della sentenza, infatti, emerge che oltre il 90% dei file indicizzati fosse illecito e, nonostante le continue richieste di filtraggio, non sarebbe stato fatto nulla da parte di Fung per ripulire i link di IsoHunt.
110 milioni di risarcimento
Se non ci fosse stato un accordo preventivo su un risarcimento di 110 milioni di dollari, gli studios, uniti sotto la sigla MPAA (Motion Picture Association of America), avrebbero potuto chiedere l’astronomica cifra di 150 mila dollari per ogni singolo file indicizzato. Festeggia l’accusa che, sebbene probabilmente non riceverà mai la cifra per intero, è trionfale per il messaggio lanciato come monito a chi vorrà prendere il posto di IsoHunt o immettersi nel mercato dell’indicizzazione di contenuti illeciti; l’accordo è un segnale per gli attori che “fanno affari con l’incoraggiamento, l’abilitazione e l’agevolazione della violazione del copyright”, che verranno ritenuti “essi stessi colpevoli di violazione”, esattamente come IsoHunt.
In un giro di note da parte degli attori, il senatore Chriss Dodd presidente e CEO di MPAA ha dichiarato che “Sgombrare il campo da servizi illegali come isoHunt aiuterà ad assicurare che i servizi legali possano crescere e prosperare e che i consumatori abbiano una maggiore libertà di scelta”, da parte sua invece Gary Fung, CEO di IsoHunt ha espresso il proprio rammarico e le future intenzioni: “Ho fatto del mio meglio per dimostrare i benefici di BitTorrent e del file sharing, della ricerca e della condivisione della cultura ma per me è arrivato il momento di dedicarmi a nuove idee nell’ambito del software e a nuovi progetti”.
Commenti riguardo il post